E’ utile insistere con l’uso dei vettori adenovirali quando si hanno a disposizione altri approcci, altre strategie? Perché insistere quando il loro grado di copertura è più basso e la loro somministrazione non potrà che tutt’al più fermarsi al primo richiamo perché una terza somministrazione sarebbe del tutto inefficace? Han sbagliato i giudici della corte dei conti (sigh!) a interrompere la produzione del vaccino cosiddetto italiano, basato su vettore adenovirale di gorilla? Perché insistere con un vaccino, quello di AZ, che non sarà più acquistato, almeno dalla EU? Perché proporlo ai giovani, vulnerabili fino alla morte ai suoi effetti collaterali, e agli anziani e fragili, più esposti all’aggressione da varianti inefficacemente coperte? Ma li volevamo salvare i vecchi e i fragili o basta il bel gesto? Si tratta della stessa ipocrisia che riserviamo agli abitanti dei paesi poveri?
Questi e altri vorremmo che fossero gli argomenti discussi nei talks televisivi a proposito dei quali rimandiamo ad un articolo di accompagnamento su questo stesso sito.
La Scienza e la Notizia hanno tempi, linguaggio, logica, modalità di trasmissione, riferimenti e necessità molto diversi, addirittura antagonisti, e i giornalisti sono riusciti a imporre i loro.
VACCINO ITALIANO?
Più di un naso si è storto perché l’iniziativa non è sembrata essere figlia di un’accorta programmazione ma piuttosto di un’improvvisazione di buon impatto mediatico che ha finito con il disporre, senza curarsi di fornire alcuna motivazione di carattere scientifico e/o produttivo, la subitanea assegnazione di 81 milioni di euro a Reithera.
Entriamo nel vivo del confronto dialettico in atto, riconducibile per la sua parte più nobile a due grandi protagonisti del nostro tempo : Papa Francesco, il campione dell’umanità intera, e la cancelliera Angela Merkel, la campionessa della modernità tecnologica.
Fino a quando i governi europei e la stessa Commissione dell’U.E. non decideranno di attivare l’apposito articolo del DGPR che prevede appunto in caso di epidemia, di derogare a quei principi di privacy che hanno, ad esempio reso inutile e provocatoria la presenza dell’app Immuni sui nostri smartphone?
La Scienza è sforzo collettivo, è collaborazione internazionale che non conosce confini. La Scienza lavora per approssimazioni successive che ti portano sempre più vicino ad un risultato che può essere utile ma non è mai finale e conclusivo.
** Questo articolo vuole essere un contributo al chiarimento di dati scientifici che spesso abbiamo visto riportati all’opinione pubblica in modo ingannevole o quanto meno parziale – una funzione indicata tecnicamente come debunking. Il problema della diffusione dei dati scientifici, del ruolo della stampa e dell’informazione dell’opinione pubblica è evidente in tutta la sua serietà. Riportare male i dati può favorire comportamenti sbagliati, che rallentano l’uscita dalla pandemia. Il caso delle trombosi, amplificate falsamente pubblicizzate come conseguenze temibili dei vaccini, ne è un chiaro esempio. Questo aspetto va tenuto assolutamente distinto dal giudizio su comportamenti commerciali delle ditte inventrici e distributrici di vaccini. Se comportamenti poco limpidi possono generare sfiducia, questo tipo di giudizio non deve coinvolgere la qualità del vaccino, che rimane il frutto di un grande progresso scientifico e una grande arma di prevenzione.
Uno scienziato sa di non poter affermare alcuna verità perché conosce, capisce la complessità della natura, dei corpi, della materia. Non esiste infatti un solo articolo scientifico, su milioni pubblicati, che citi la parola verità, per altro in disuso anche in filosofia e nella vita sociale, curiosamente ma significativamente ripresa da una testata giornalistica nota per le sue prese di posizioni estreme.
Oggi, a più di un anno distanza, abbiamo tuttora una conoscenza sommaria del quadro patologico determinato dall’ infezione e aspiriamo alla definizione di un solido approccio terapeutico.
La risposta salvifica invocata dai più è il vaccino, che tenga a bada questo virus tiranno che ci priva della compagnia, della passeggiata, forse anche del mare quest’estate.
Forum InformaCOVID
Il giorno 1 Marzo 2021, alcuni ricercatori del gruppo Informacovid-CNR (Diego Breviario, Piergiuseppe de Berardinis, Gianna Palmieri ed Emilia Vitale) hanno organizzato l’incontro dal titolo : “Confronto sull’efficacia e l’etica di diversi modelli di ricerca e di tutela della salute in risposta alle pandemie”, con l’obbiettivo di stimolare una riflessione sui limiti dell’attuale sistema di produzione e di distribuzione dei vaccini e sulle sue cause. Il video registrato del primo incontro è accessibile sul seguente canale YouTube:
https://www.youtube.com/watch?v=ix-nDjy-ACwl
Nei Paesi socialisti, il ritrovato innovativo è proprietà dello Stato per un utilizzo o uno sfruttamento utile alla società, non esattamente destinato al libero mercato. I detrattori del sistema socialista ritengono che mortificando l’individualità di indagine si mortifichi anche la creatività, visto che non si traduce in vantaggi personali, e per questo, gli Stati socialisti sarebbero meno preparati a produrre innovazione e molto più a consolidare prodotti e metodi già conosciuti, il che diventa per altro difficile da sostenere di fronte al florilegio tecnologico cinese.
Mi sento come un’astronauta seduto nella capsula spaziale, in testa ad un razzo, pochi minuti prima della partenza. Sono tra quelli destinati ad entrare nei gorghi impetuosi del circolo sanguigno.
In sostanza è urgente la necessità di promuovere una nuova stagione di ricerca sui vaccini. In questa “mission” il CNR potrebbe svolgere un ruolo centrale, non relegato come ora all’esclusivo finanziamento di un vaccino prodotto da “Reithera”, ma nel coinvolgere e stimolare le competenze dei suoi ricercatori
Questa pandemia ha evidenziato ancora di più le difficoltà strutturali di organizzazione del lavoro. E questo ha riguardato tutti gli ambiti anche quello della ricerca. Personalmente ad esempio non me la sentirei di dire che nel CNR ci sia stata una risposta pronta ed efficace, che abbia avuto la capacità di mobilitare la comunità dei ricercatori e tecnologi, di metterli nelle migliori condizioni di operatività con l’appoggio e in sinergia con le strutture preposte nel territorio nazionale .
Raramente le catastrofi sono provocate da un unico errore grossolano e gigante spesso gli errori derivano dalla concatenazione di errori più piccoli commessi da più di una persona.
del CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE AI LORO COLLEGHI PER UNA INFORMAZIONE SCIENTIFICA RIGOROSA E PUNTUALE,NON FUORVIANTE E MANIPOLABILEA TUTELA DEL VALORE, DELL’UTILITÀ E DELL’INDIPENDENZA DELLA SCIENZA Premessa:Con questo appello intendiamo primariamente rivolgerci ai nostri colleghi scienziati in uno spirito identitario di appartenenza ad una stessa comunità cui competono espressioni e comportamenti precisi e attenti, ma è a noi […]
CHI SIAMO
Diego Breviario,
Piergiuseppe De Berardinis,
Patrizia Lavia,
Marika Massaro,
Vito Mocella,
Gianna Palmieri,
Emilia Vitale.
Ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
La comprensione di un fenomeno complesso come la pandemia SARS-COV-2 non può che procedere con fatica e a piccoli passi. E’ necessario evitare contrapposizioni che originano da opinioni e non da dati.
A metà del guado
L’aspettativa mondiale nei confronti di efficaci vaccini anti-Covid -19 è altissima. Per quanto riguarda l’Italia sappiamo che covid-19 ha colpito circa il 2.5% della popolazione, con punte oltre il 20% nel bergamasco mentre nelle regioni del sud la percentuale nella prima ondata è stata sotto l’uno per cento.
Riprendiamo il filo del discorso su alcune tematiche inerenti la pandemia da COVID-19 che è tuttora in atto. Siamo stati silenti ormai da qualche mese anche per evitare di contribuire al frastuono mediatico che si è scatenato spesso in maniera dannosa per l’intera popolazione e talvolta controproducente per la nostra stessa comunità di ricercatori e […]
Ricordo che quando si dice «a questo virus non piace caldo» non ci riferisce alla temperatura a cui il virus stesso viene disattivato, ma alle temperature che rendono instabili attraverso rapida evaporazione le goccioline di fomiti (saliva, starnuti, tosse) che trasportano il virus nell’ambiente. Questo meccanismo è noto ai virologi da decenni, e spiega perché tutte le infezioni virali respiratorie (Influenza, para-influenza, RSV, rhino, adeno, etc), sono altamente stagionali, con chiarissima predilezione per l’inverno.
La ricerca scientifica più che fornire risposte permette di formulare nuove domande.
In questa fase dobbiamo usare quattro principi chiave: MONITORAGGIO (ci dice la distanza dallo scoglio “virale”), FLESSIBILITA’ (per cambiare rapidamente direzione, se necessario), COORDINAZIONE (per manovrare in sinergia tra regioni e tra nazioni), e PREPARAZIONE (a livello sanitario e sociale).
LA RIAPERTURA
Da oggi farò tutto come prima, voglio vivere; ormai non c’è più da preoccuparsi; con l’estate il virus sparirà….
Parole non solo di filosofia e di storia ma, più in generale, di orientamento culturale: testi, antichi e recenti, nonché articoli come narrazioni che riguardano temi, autori, documenti, esperienze.
Cosa sappiamo sull’associazione dei geni HLA con il virus SARS-CoV-2? La sua elevata omologia con il virus SARS-CoV-1, causa dell’epidemia del 2002-2003, non sembra fornire informazioni utili.
L’esito di una interazione tra ospite e patogeno dipende dalla capacità del sistema immunitario dell’ospite di sopprimere la replicazione virale e dalla capacità del patogeno di contrattaccare alle difese dell’ospite
Se il Mezzogiorno oggi viene additato come l’area geografica “più fortunata” perché raggiunta dal COVID19 in ritardo rispetto alle regioni del Nord Italia, “fortuna connessa alla scarsa dimestichezza con il lavoro” (!), dobbiamo ricordare che anche il Mezzogiorno fu devastato da una grande epidemia nel lontano 1656. La sua diffusione dipese da un mancato controllo delle frontiere di mare e da un ritardo nel decretare il porto di Napoli zona proibita.
STRATEGIE DI USCITA
Quali sono le strategia di uscita che permettono un rientro in sicurezza per i cittadini e che soprattutto impediscono un ritorno della pandemia ? COVID19 non ha solo colpito la salute ma tutti i paesi hanno dovuto premere il pulsante di pausa sulle loro economie e sulla vita dei loro cittadini, bloccando eventi sportivi, servizi religiosi, vita sociale.
dalla REDAZIONE InformaCOVID L’importanza di chiare e affidabili informazioni scientifiche è un bene prezioso che va coltivato per il benessere di tutti. Contribuire a ciò, per noi in particolar modo, è un impegno a cui non dovremmo sottrarci. In questo sito abbiamo cercato sin dall’inizio di sensibilizzare sul pericolo delle fake news (vedi articolo del […]
Ma la salute non è un bene universale? Ma la scienza non deve battersi per affermare l’evidenza, se non la verità??
Epidemia e Infodemia da COVID19
Nei corona-days, l’isolamento forzato cui siamo obbligati a vivere e la paura del contagio induce negli individui una volontà “spasmodica” a documentarsi e a documentare parenti ed amici nella speranza di anticipare l’evoluzione della malattia e dell’epidemia.
Da quando gli esseri umani hanno iniziato a organizzarsi in società, convivendo negli stessi spazi, le malattie contagiose hanno assunto un ruolo cruciale, talvolta influenzando in modo decisivo il corso della storia. Un contagio su scala globale non è un evento raro, bensì un fenomeno ricorrente. Eppure, la pandemia di Covid-19, che ha stravolto le nostre vite e lascerà segni indelebili sulle nostre società, ci ha colti totalmente impreparati ad affrontare una crisi sanitaria globale di queste proporzioni.
Sars-Cov-2 responsabile della pandemia COVID19 è attivo anche nelle lacrime. I ricercatori dello SPALLANZANI lo hanno isolato anche nelle lacrime e nelle secrezioni oculari. Quindi se abbiamo una congiuntivite dobbiamo allarmarci? E quali sono le cause più frequenti della congiuntivite?
Da dati raccolti negli Stati Uniti, sta emergendo che l’obesità si configura come un fattore di rischio da non sottovalutare in quanto aumenta il rischio di ospedalizzazione e peggiora l’evoluzione della malattia nei soggetti più giovani
In questo difficile momento dove l’evoluzione della pandemia da Covid-19 ha costretto tutti i cittadini a cambiare drasticamente le proprie abitudini di vita rimanendo confinati all’interno degli appartamenti, è di grande rilevanza la possibilità di utilizzo di strumenti informatici indispensabili per poter continuare a lavorare anche in smart working.
Noi scienziati non dovremmo rinunciare alla nostra curiosità, allo stupore che ci spinge a conoscere (Aristotele) ma dobbiamo decisamente rimanere umili che non abbiamo, e forse non avremo mai, il pieno controllo dei meccanismi molecolari del creato, per non entrare nell’ambito della biologia quantistica. Evito di approfondire, ma mi limito ad ammonire coloro che pensano che tutto, inclusi i sentimenti, le emozioni, l’estasi, sia riconducibile ad algoritmi biochimici più o meno complessi e per questo riconvertibili in altrettanti programmi di intelligenza artificiale.
In Ricordo di Anna Maria Cirafici
E’ una pagina che non avremmo mai voluto scrivere ma oggi ci è sembrato importante in questo contesto di divulgazione scientifica ralativa al COVID19, a cui contribuiscono generosamente vari istituti di ricerca nazionali, di poter ricordare, a nome di tutti i colleghi che l’amavano, una vittima del virus che era parte attiva della comunità scientifica […]
La trasmissione del virus avvenuta tra animali e umani (zoonosi) minaccia lo sviluppo economico, il benessere animale e umano e l’integrità dell’ecosistema. Anche il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente sostiene gli sforzi globali per proteggere la biodiversità, porre fine al commercio illegale di animali selvatici, salvaguardare la manipolazione di prodotti chimici e rifiuti e promuovere piani di ripresa economica che tengano conto della natura e dell’emergenza climatica.
La domanda che naturalmente ci si pone guardando la geografia dell’ infezione (Milano, Parigi, New York) è: perché il virus ha avuto maggior impatto in alcune zone del nostro pianeta rispetto ad altre? Potrebbe la concentrazione del particolato atmosferico incidere sull’infezione virale quindi essere sia un vettore di trasporto che un veicolo preferenziale che agisce sulle condizioni vitali del virus ritardandone l’inattivazione e aumentandone la virulenza? Di sicuro una politica più restrittiva e di contenimento dell’inquinamento saranno strumentali e prioritarie per il nostro futuro.
Ci sono già almeno 40 tipi di possibili vaccini in fase di sviluppo, nessuno di questi sarà disponibile quest’anno, ma più possiamo sperare per la prima metà del prossimo. Eppure quando avremo l’annuncio non potremo dire che tutto sarà risolto. Il vaccino ci rassicurerà che il contagio potrà essere fermato. Ma ci interrogherà sul modo in cui sarà meglio usare questo strumento, che da sempre accende conflitti e contrapposizioni.
I test sierologici possono pertanto rappresentare un importante complemento ai tamponi di rilevamento tramite RT-PCR e fornire utili informazione per valutare lo stato di immunità acquisita nella popolazione generale.
L’ansia, lo stress e la noia che possono subentrare in questi giorni possono favorire la comparsa della cosiddetta “fame emotiva”, ossia il ricorso al cibo come meccanismo di compensazione e gratificazione attraverso cui neutralizzare le emozioni negative.
Mentre si sviluppa un dibattito sulla necessità di intensificare il numero di tamponi per individuare chi è positivo al virus e si sente un gran parlare di metodo coreano, è forse opportuno analizzare i dati di casa nostra – regione per regione – per capire se i diversi approcci hanno portato a diverse evoluzioni della propagazione del virus.
Un virus intelligente? Se sì, possiamo ben dire che l’intelligenza è un evento casuale, determinato solo dalle circostanze e presente in ogni forma di vita. Tutto è materia e ciò che accade è solo la conseguenza di urti casuali e causali che avvengono nel vuoto (Democrito). Ma nel caso specifico di Covid19, quali sono stati questi urti causali?
Una emergenza non strana 1/2
In queste ore c’è un dibattito acceso sulla necessità di fare tamponi per intercettare il più alto numero possibile di contagiati asintomatici. Molti colleghi si sono generosamente offerti per contribuire con le loro competenze professionali. Generici appelli vengono più o meno ipocritamente lanciati da scienziati e accademici in assenza di un vero e proprio piano operativo. In questo Enrico Bucci ci fa riflettere su questo attualissimo argomento analizzando i due aspetti da affrontare correlati con la necessità di identificare i contagi allo scopo di contenere l’infezione. Questo prevede due importanti attività :
1) l’esecuzione dei tamponi
2) la tracciabilità delle persone contagiate allo scopo di assicurare il distanziamento sociale.
UNA SOLA DELLE DUE ATTIVITÀ NON PUÒ BASTARE!
Isolare, Tracciare, Curare, così si riassume la strategia per ridurre sia la mortalità che la letalità da Covid-19 in Italia
Aspettare di sperimentare appieno un cigno nero prima di ammettere che esiste già o che è altamente probabile che si presenti è di gran lunga la peggiore di tutte le opzioni possibili, ma è ciò che è accaduto nel 2019-20.
Il primo fattore di diseguaglianza, che selezionerà sia verticalmente che orizzontalmente la nostra società, in questa emergenza sanitaria è la capacità e la volontà di previsione.
Mentre il coronavirus si diffonde, sorgono molte domande di cui una è ma quanto tempo può sopravvivere il coronavirus, che causa COVID-19, sulle superfici e nell’aria?
Ti presento il CORONAVIRUS
TI PRESENTO IL CORONAVIRUS
AFGHANISTAN.
Amid the Afghanistan crisis, Afghan-American writer Khaled Hosseini has expressed deep concern over women living under the Taliban rule.